Chupa Chups! (e altri racconti impegnati) - Daniele Pollero



A grande richiesta della bocciofila di Molazzana (LU), la raccolta di racconti che ha spopolato nei concorsi letterari, tanto che hanno addirittura deciso di aprire il file prima di cestinarlo. Chupa Chups! si propone di accompagnare il lettore sull’ottovolante della quotidianità giovanile, fra beghe universitarie, relazioni sentimentali, umorismo nero, pornosplatter e social network, con piglio trash e scarso fair play. Insomma, le probabilità che faccia cagare sono alte. Ma perché non verificarlo di persona?





Ho letto questo libro per la Bookopoly Reading Challenge, che prevede l'obbligo di una recensione sul blog per poter ottenere tutti i punti previsti per la casella autori emergenti. 
Scrivo questo per sottolineare il fatto che altrimenti non avrei affatto pubblicato questa recensione, perché questa raccolta non mi è piaciuta affatto e trovo molto difficile anche parlarne, non essendomi rimasto nulla dopo la lettura.

La cosa che ho letto con maggior piacere è stata l'introduzione, la quale però ha alimentato in me delle alte aspettative: diamine, vengono citati Apuleio e Giovenale (i miei autori latini satirici preferiti), nonché Boccaccio e Cecco Angiolieri e gli altri poeti giocosi del '300, come ispirazione e fulcro stilistico dei racconti, in cui innestare " quelle micidiali trashate demenziali tipicamente afferenti a una certa cinematografia, senza dimenticare le parodie erotiche delle micidiali trashate demenziali" e aggiungere un po' di Facebook, Internet e vita quotidiana.

Insomma, mi aspettavo qualcosa di potente, scanzonato ma sottilmente iconoclasta, un po' alla Acid House id Irvine Welsh, e invece non ho trovato nulla di tutto questo.

Lodevoli le intenzioni, la dichiarazione di voler fare satira sull'interminabile burocrazia delle segreterie universitarie, sul perenne ritardo dei treni e delle metropolitane, sulla mercificazione della sessualità da parte delle nuove generazioni e sulla famigerata friendzone, ma ahimé la messa in opera è stata molto deludente, una ricerca della comicità a tutti i costi con battute e confusioni semantiche che alla prima occasione fanno sorridere, ma quando si ripetono in più di un racconto iniziano a diventare noiose: avrei preferito una maggior variazione di espedienti comici, e un maggior sviluppo dell'intreccio di alcuni racconti, troppo brevi per essere davvero incisivi.

Salvo solamente una manciata di racconti (Irrealtà virtuali, DSM, Elisa e Chupa Chups!), il resto sono sicura che li dimenticherò una volta finita questa recensione. Peccato!

COPERTINA :     6
TRAMA :            5 
STILE :               2
PERSONAGGI:    3

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