Poeticando... 9#


Buonissima giornata a tutti voi che leggete!!
Eccoci alla nona puntata della rubrica Poeticando: oggi vi voglio riportare una poesia speciale, che forse avete sentito al cinema qualche anno fa, se avete visto il film diretto da Clint Eastwood Invictus e che ci racconta la vita di Nelson Mandela. Proprio Mandela la recitava come mantra per alleviare le sofferenze della sua prigionia in Sudafrica durante l'apartheid.


La poesia fu scritta nel 1875 dal poeta inglese William Ernest Henley. All'età di 12 anni, Henley rimase vittima del morbo di Pott, una grave forma di tubercolosi ossea. Nonostante ciò, riuscì a continuare i suoi studi e a tentare una carriera giornalistica a Londra. Il suo lavoro, però, fu interrotto continuamente dalla grave patologia, che all'età di 25 anni lo costrinse all'amputazione di una gamba per sopravvivere. Henley non si scoraggiò e continuò a vivere per circa 30 anni con una protesi artificiale, fino all'età di 53 anni.
La poesia Invictus fu scritta proprio sul letto di un ospedale.

Godetevela:

Invictus

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come l'abisso da un estremo all'altro,
Ringrazio qualunque divinità esista
Per la mia anima invincibile.

Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato, né gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è insanguinato, ma indomito.

Oltre questo luogo d'ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.

Non importa quanto stretta sia la porta,
Quanto carica di punizioni la sentenza,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.
Invictus

Out of the night that covers me,
Black as the pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.


Commenti

  1. Non ho visto quel film!
    L'ultima strofa mi piace tantissimo.

    RispondiElimina
  2. Ciao Ele :D forse te lo avrò già detto qualche altra volta, ma io non sono un'amante della poesia D: comunque questa è davvero molto carina, e come Ilenia, adoro l'ultima strofa! Davvero molto bella!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Giusy, sono contenta che ti piaccia questa poesia, se ti capiterà di vedere il film poi ti piacerà ancora di più!!

      Elimina
  3. Il film non ho ancora avuto modo di vederlo, mentre è da tanto che vorrei leggere la biografia di Nelson Mandela ^-^
    Bellissima come sempre la tua scelta....I thank whatever gods may be / For my unconquerable soul...questo è il mio verso!!! Una poesia che esprime forza e coraggio per attraversare i tempi bui e di sofferenza...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se ti capita di beccarlo, guardati anche il film, è splendido, io ormai se so che la regia è di Clint Eastwood vado sul sicuro, è bravissimo!! E poi ho sempre adorato il personaggio di Mandela..
      Questa poesia è stata capace di dargli la forza di resistere quando tutto sembrava perduto... la dovrei leggere più spesso, è potentissima!

      Elimina

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